I Trigger Points sono "punti grilletto", aree che
manifestano tutto il loro potenziale a distanza. Possono, configurare non
soltanto una patologia autonoma, autosufficiente, automantenentesi nella
sindrome dolorosa da punti trigger, ma anche sovrapporsi, embricarsi,
associarsi, comparire, manifestarsi nel corso di uno svariato numero di altre
patologie, fra cui il dolore oncologico. In quest’...
Leggi di piùI Trigger Points sono "punti grilletto", aree che
manifestano tutto il loro potenziale a distanza. Possono, configurare non
soltanto una patologia autonoma, autosufficiente, automantenentesi nella
sindrome dolorosa da punti trigger, ma anche sovrapporsi, embricarsi,
associarsi, comparire, manifestarsi nel corso di uno svariato numero di altre
patologie, fra cui il dolore oncologico. In quest’ultimo caso è possibile che
alcuni dolori siano legati alla presenza di punti trigger atipici e che il
trattamento sistemico risulti inefficace. Quest’ambito costituisce il capitolo
più importante perché è una delle patologie con cui più frequentemente, direttamente
o indirettamente, si ha a che fare. La conoscenza di questa patologia permette
anche di spiegare l'efficacia di alcune terapie (mesoterapia, agopuntura, TENS,
laser) e può portare a risultati molto soddisfacenti qualora si riesca a
inquadrare il problema. Pare che non esistano altri trigger points se non
quelli miofasciali ma questo non è errato: le aree dove sono situato i trigger
point non si possono definire sempre come aree mialgiche, anche se la maggior
parte sono miofasciali.
Un trigger point può essere presente nelle seguenti sedi:
muscoli, giunzioni muscolo-tendinee, cute, periostio, cicatrici, legamenti,
capsule articolari, fasce neuromuscolari. Il trigger point può essere definito come
un focus di iperirritabilità circoscritto e ben definito, la maggior parte
delle volte topograficamente ben identificabile (più o meno nella stessa area).
La pressione digitale determina dolore intenso con fenomeni di iperpatia, quali
la smorfia facciale e la retrazione della parte stimolata. Il dolore evocato è
un dolore riferito, percepito in ben definite aree, dette aree bersaglio (TARGET
AREAS), non in continuità topografica con il punto stimolato. Se tale
continuità esiste si dovrebbe parlare di aree mialgiche, invece di trigger
points, e di aree di dolore irradiato, invece che aree bersaglio. Per
semplicità si usano i due termini come sinonimi, essendo dal punto di vista
terapeutico perfettamente sovrapponibili.
Spesso, infatti, le aree mialgiche e i trigger points hanno
la stessa localizzazione. non è noto perché in alcuni casi il dolore sia
riferito e in altri irradiato. Il dolore comunque non segue le mappe dermatomeriche
ma è caratteristico per ciascun punto trigger.
Il TRIGGER POINT si può definire:
0. ATTIVO
1. LATENTE
TRIGGER POINT ATTIVO:
È un trigger attivo la cui digitopressione è in grado di
evocare un dolore a riposo e/o in movimento nella zona di referenza del TP
stesso, cioè un dolore riferito, con un quadro che, nel caso in cui il trigger
si situi in un muscolo o nella sua fascia, è specifico per quel muscolo; a esso
si associano disfunzione del muscolo in cui il trigger è presente, e, spesso,
fenomeni autonomici riferiti specifici, generalmente nella zona di referenza
del dolore.
La sua digitopressione riproduce esattamente il dolore di
cui il paziente soffre.
Il trigger attivo è:
Dolorabile
Produce un quadro doloroso riferito
specifico
Si accompagna a disfunzione del muscolo
in cui è presente ( incompleto allungamento e debolezza
del muscolo sede di TP)
Si accompagna a fenomeni autonomici
riferiti specifici nella zona di referenza del dolore (vasocostrizione locale,
sudorazione, lacrimazione, corizza, salivazione, attività pilomotoria)
la sua digitopressione evoca o riacutizza
il dolore del paziente
Il dolorabile può indicare che c'è iperalgesia e non
solo dolore. Lo studio Ortofisiocenter mette a disposizione i macchinari e le
tecniche più avanzate e all'avanguardia che assicurano le più ampie possibilità
di guarigione.